Come verificare la qualità, l’origine, la data di fabbricazione e l’omologazione di uno pneumatico? Come controllare che sia certificato conforme? Quali omologazioni sono necessarie per viaggiare in Italia e all’estero con pneumatici a norma? A tutte queste domande troverete risposta semplicemente consultando le marcature presenti sul fianco della gomma. Ecco come decifrarle…

Da Pubblicato il: Giugno 2, 2021Categorie: Legislazione569 parole2.9 min leggere
© rezulteo

Fabbricazione degli pneumatici: standard di qualità

In Italia come all’estero, gli pneumatici devono essere prodotti in conformità agli standard di qualità stabiliti per legge. I produttori devono rispettare determinati standard in termini di sicurezza, prestazioni e impatto ambientale.

In Europa, sono regolamentati in particolare i seguenti aspetti: misure, marcature, struttura (radiale o diagonale), indici di carico e di velocità, stabilità a velocità elevata, rumorosità da rotolamento esterna, aderenza sul bagnato e resistenza al rotolamento che influisce direttamente sul consumo di carburante e sulle emissioni di CO2. Alcuni di questi aspetti li ritroviamo sull’ etichetta europea degli pneumatici.

In sintesi, per viaggiare in Europa nel rispetto della legge, le gomme devono avere i 2 seguenti marchi di omologazione:

  • Omologazione per tipo

Esempio: il codice e3 0224420 corrisponde a uno pneumatico per veicoli leggeri (02) omologato in Italia (e3) con il numero di omologazione 24420

  • Omologazione rumore o rumore + aderenza sul bagnato + resistenza al rotolamento 

Esempio: -s o S1WR1

Il marchio di omologazione europeo, garanzia di conformità

Gli pneumatici prodotti nel rispetto della normativa europea presentano un marchio di omologazione che certifica la conformità agli standard di sicurezza e tutela ambientale stabiliti dalle varie direttive europee. Il marchio di omologazione europeo si presenta nel modo seguente:

e3 0224420-s       oppure       E3 024567 S1WR1

La lettera E maiuscola in un cerchio o minuscola in un rettangolo seguita da un numero identifica il Paese che rilascia l’omologazione (ad esempio E3 per l’Italia). I 2 numeri che seguono indicano il tipo di veicolo a cui è destinato lo pneumatico (ad esempio 02 per un veicolo leggero). Le successive 4 cifre costituiscono il numero di omologazione.

D’altro canto, tutti gli pneumatici commercializzati dal 1° novembre 2014 devono rispettare le normative europee in materia di rumorosità da rotolamento (sound), aderenza sul bagnato (wet grip) e resistenza al rotolamento (rolling resistance). Tale certificazione è rappresentata dal codice S1WR1 alla fine del marchio di omologazione.

Prima di questa data, gli pneumatici dovevano, solo, essere conformi alla normativa europea sul rumore e tale certificazione era indicata con la lettera minuscola s (sound) dopo il numero di omologazione.

Il codice DOT per la data di fabbricazione della gomma

Il ministero dei trasporti americano (Department of Transportation) impone a tutti i produttori di pneumatici di riportare varie marcature sul fianco delle gomme commercializzate negli Stati Uniti, tra cui un codice identificativo denominato ”DOT”.

Questo codice non è obbligatorio per l’Europa ma lo ritroviamo spesso anche sulle gomme vendute nel nostro continente, per effetto della globalizzazione del settore. Il codice DOT è importante perché permette di conoscere la data di fabbricazione dello pneumatico e quindi di controllare che non sia passato troppo tempo dalla data di produzione.

Questo codice identificativo comincia con le 3 lettere “DOT” seguite da 10 a 12 caratteri. I primi caratteri indicano la provenienza della gomma (produttore e stabilimento di produzione). Gli ultimi 4 caratteri sono quelli che ci interessano, poiché indicano la settimana e l’anno di produzione. Ad esempio, un codice DOT che termina con 3015 significa che la gomma è stata prodotta nella 30esima settimana dell’anno 2015.

I marchi di omologazione degli altri paesi

Per l’omologazione degli pneumatici venduti sul loro mercato, alcuni paesi extraeuropei hanno deciso di adottare le norme europee. Altri hanno istituito dei marchi di omologazione propri. Ecco alcuni esempi:

  • Omologazione Inmetro in Brasile (Istituto Nazionale di Metrologia, Normalizzazione e Qualità Industriale);
  • Certificazione CCC in Cina (China Compulsory Certification);
  • Omologazione SNI in Indonesia (Indonesian National Standard);
  • Norma NOM in Messico (Norma Ufficiale Messicana).

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